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L'opera ricostruisce la storia di un ruscello, metafora della vita umana, dalla nascita alla vecchiaia: prima sorgente di montagna, poi torrente "rapido e rumoroso come un giovane che entra nella vita", infine fiume più lento, maturo, che arriva fino al mare. Pubblicato nel 1869, il volume esce nella medesima collana di libri per ragazzi del contemporaneo Jules Verne, che attinge a piene mani alle opere di Reclus per i propri romanzi d'avventura. Il libro, un classico della volgarizzazione scientifica di fine Ottocento, viene riproposto ora perché ci introduce allo studio diretto della natura, ci propone un modo di fare geografia con i piedi, con gli occhi, con i sensi, oltre che con i libri.